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venerdì 14 gennaio 2011

Ambiente: interrogazione dei parlamentari radicali sulla moria di pesci e mitili al Puntone di Scarlino

(Tratto dalla rassegna stampa della Provincia di Grosseto)

Il caso della misteriosa moria di pesci e mitili al Puntone di Scarlino approda anche in Parlamento. E non per iniziativa diretta dei deputati eletti in provincia di Grosseto, bensì grazie all’interrogazione presentata al ministro dell’Ambiente e al ministro della Salute da parte di alcuni deputati Radicali per chiedere di accertare le cause dell’accaduto tramite prelievi e analisi.
L’interrogazione, presentata in aula a Montecitorio nella seduta di lunedì, è firmata da Elisabetta Zamparutti, Marco Beltrandi, Rita Bernardini, Maria Antonietta Farina Coscioni, Matteo Mecacci e Maurizio Turco. E fa riferimento allo «strano ritrovamento di animali agonizzanti sulla spiaggia di Scarlino, in Toscana».
L’episodio è riportato così: «Il 27 dicembre sulla spiaggia di Scarlino sono comparsi i resti di animali quali pesci, arselle e granchi, alcuni ancora agonizzanti e distesi in due file parallele lunghe quasi due chilometri, in un tratto della costa a due passi dall’area industriale del Comune, dove sono presenti industrie chimiche e l’inceneritore. I rilevamenti e le analisi da parte delle autorità — ricordano gli onorevoli Zamparutti, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci e Turco — sono iniziati immediatamente, con prelievi di campioni di acqua e con la raccolta di vongole, crostacei e muggini, alcuni morti e altri agonizzanti, per farli analizzare all’Istituto zooprofilattico di Pisa e accertare le cause della moria».
Ecco la richiesta degli onorevoli radicali al ministero dell’Ambiente e al ministero della Salute: sapere «quali siano le cause della moria e quali conseguenti iniziative si intendano assumere a tutela della salute e dell’ambiente». E ora la parola passa al Governo.
Si ricorda che nel canale al Puntone si trovano i tubi di pescaggio e gli scarichi di Nuova Solmine, Scarlino Energia, Huntsman Tioxide e Acquedotto del Fiora. I controlli dell’acqua semestrali effettuati da Arpat (4 nel 2009/2010) analizzati da un punto di vista tecnico sono estremamente chiarificatori di un habitat inquinato nei sedimenti. Nel canale sono stati rilevati 13mg/kg di arsenico, 11 di piombo e 33 di cromo nei sedimenti della foce (non nell’acqua, dunque non ci sono limiti di legge da rispettare): valori rivelatori di una situazione che l’Arpat definisce critica. Le aziende che scaricano nel canale dovrebbero essere tenuti a integrare i piani di monitoraggio e di organizzazione con un controllo continuo della qualità delle acque. Non si può permettere che Arpat controlli un’area con questo tipo di aziende a forte impatto inquinante con controlli semestrali, nè che si aumentino i sopralluoghi a spese dei cittadini.

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